Eh sì cari amici, questo subdolo virus alberga anche nel mio corpo da un pò di giorni.

Succede che una sera inviti cinque nipoti a cena per il compleanno della tua terzogenita, compleanno già funestato dal fatto che tu non riesci più a stare nella stessa stanza con suo padre, figurati seduta insieme attorno a un tavolo, da coincidenti feste di amiche che le impediscono un festeggiamento extra moenia e dalla incipiente stagione autunnale intrisa di sospetto e terrore da covid.

Così riunisci questi affetti attorno a buone pietanze e speri di averle dato un festeggiamento degno di questo nome, con una deliziosa torta home made sul finale.

Ma accade che uno dei nipoti il giorno successivo accusi febbre e tosse e tu il sabato successivo venga seppellita da una valanga di angoscia al sentire della sua accertata positività.

Nella testa si affollano dati, statistiche e rimbalza come una pallina da tennis il pensiero della tua età: sei a rischio ? Però non hai patologie pregresse, oppure sì? E se quel dolore al ginocchio che mi tormenta da luglio fosse sintomo di un osteosarcoma? All’improvviso irrazionalmente ti preoccupa più la conseguenza che avrebbe sul covid che non la possibilità di morire di cancro!

E i ferri nella schiena che mi hanno messo nel lontano 2000 come si considerano ? Patologia pregressa ?

Inizia il balletto delle misurazioni, febbre, tosse, stanchezza…

Oggi va meglio di ieri ? Boh non saprei, non so più come considerare questa stanchezza che mi prende e che mi porta a spingermi dal letto al divano e viceversa passando per la poltrona, quella anni 70 del mio papà, quella col poggiagambe che si allunga.

Hai un pò di affanno, ti impanichi perché ti sei appena imbattuta in un programma alla tele che parla di polmonite interstiziale.

Per fortuna che Amazon c’è: non ci pensi un attimo e in piena notte acquisti il saturimetro. Hai letto da qualche parte che il valore non deve scendere sotto il 90 e non sarà un caso visto che la paura fa lo stesso numero.

In questo sconforto agghiacciante di alti e bassi ho contagiato per mia colpa, mia grandissima colpa, il mio compagno, la persona che insieme ai miei figli ho più cercato di proteggere la scorsa primavera, portandogli la spesa durante il lock-down e cercando di preservarla da ogni contatto con l’esterno.

Adesso non so più distinguere il sottile confine tra il senso di colpa e la preoccupazione, cosa prevale sull’altro?

Lo sgomento, vince sempre lui, perché intorno a te è solo un parlare di Covid, contagiati, tamponi, decessi…

Ho già vissuto un periodo simile, monotematico ed è stato quando mamma si è ammalata di cancro. Già perché quando il cancro entra in una famiglia lo respirano tutti all’unisono, lo masticano lo sputano e qualche volta lo digeriscono anche, tutti coloro che circondano il malato.

Si parla solo di analisi, cure, tempi e speranze.

Ci si sveglia con quel pensiero e ci si addormenta con quella stessa identica angoscia.

Il covid non è molto dissimile, diversamente dalle altre malattie come una banale influenza in cui il decorso positivo è scandito dalle giornate che passano, esso ti terrorizza ogni giorno trascorso perché sai che potrebbe essere il giorno che ti porta in ospedale, all’improvviso, sotto un casco, o perfino intubato. Anche se sei giovane, anche se sei sano, anche se…perché a te no?

Ti racconti delle cose, che passerà in fretta, che sarà solo un brutto ricordo, che averlo preso in qualche modo ti protegge dal prenderlo ancora, che da piccola hai sconfitto un morbillo terribile, che le statistiche sono dalla tua parte e che aver perso totalmente olfatto e gusto è sintomo di una forma lieve d’infezione. Ti racconti che sei donna e che questo per una dannata volta gioca a favore, fino al prossimo tg, respiri di nuovo, di speranza e perfino di gioia, per essere viva.

Sei in costante contatto con la famiglia, i figli negativi, due su tre, la “tua” persona, che temi possa peggiorare e le tue amicizie più care.

Senti che tutti fanno il tifo per te, per voi e stringi i denti, ti ripeti come un mantra “non è coraggio se non hai paura” e la cosa che più vorresti è solo recuperare la tua vita, con le sue stanchezze, affanni, incertezze, ma meravigliosa nella sua ordinarietà!