Le feste sono passate e siamo un pò provati.

Anche le case appaiono stanche, le luci sugli alberi più fioche.

I sacchetti ancora sparsi ovunque, svuotati, disordine in ogni stanza, scontrini negli angoli che si rincorrono ad ogni folata di vento, se inavvertitamente lasci aperto il balcone, esposti al gelo dei primi giorni di gennaio.

Quel triste avanzo di panettone smangiucchiato e lasciato nel sacchetto, triste come te al pensiero di dover resettare anche il periodo più festoso dell’anno.

Poi nastri, scotch, forbici, penne e biglietti mal celati, un vero bazar, frutto degli ultimi affannosi pacchetti incartati di nascosto, tra un paio di stivali tolti in fretta, che restano a guardarti da sotto la poltrona da giorni, in cerca del loro adeguato rifugio.

Tra i cuscini del divano reperti improbabili, gusci di pistacchi, briciole di dolcetti alle mandorle, cartellini strappati con foga da un regalo gradito.

Poi la chitarra, sempre in pole position, perché a Natale si sa, bisogna intonare qualcosa, cantano anche gli stonati a Natale e suonano anche quelli che non lo hanno mai fatto prima!

I giochi? Ovunque, da un lato la Tombola, dall’altro le carte e le fiches del poker improvvisato, senza azzardi e senza bluff e poi l’immancabile Monopoli…

La cassetta degli attrezzi è una protagonista delle feste al pari del bue e l’asinello, chi non ha mai avuto un incidente domestico prima di Natale è un vero miracolato!

Se non è la tapparella, è la maniglia, o la lavatrice, o il forno: una sorta di ribellione, di lotta sindacale degli strumenti che ci sono d’ausilio nelle preparazioni pantagrueliche che, partono dalla metà di dicembre e non si sa quando debbano finire.

Frigoriferi esanimi, un continuo apri/chiudi in un gioco di puzzle “vivente”, una olimpiade a caccia della medaglia d’oro in “logistica alimentare”.

Ventri esausti, gonfi gridano vendetta tra un Maloox e un ammazzacaffè.

Infine la lista dei buoni propositi, quel pentimento postprandiale che ci fa ripromettere ore di camminata, di palestra, di vita sana e frutta e verdura.

No alcool, no fumo, no nottate davanti alle serie di Netflix…ah ma da gennaio..vedrai, vedrete, vedrò…invece è sempre tutto così simile a se’!

I più impavidi si lanciano addirittura in un “l’anno prossimo partiamo a Natale, niente pranzi, niente cene, niente regali” ma lo sanno che poi ci ricascheranno ancora e ancora…

La magia e lo strazio del Natale, questa calamità/calamita che tutti gli anni coinvolge proprio tutti, ci dissangua economicamente, ci distrugge fisicamente, ci porta a implorare il ritorno alla vita normale, ma non ci impedisce di rattristarci comunque un pò, quando quelle lucine vanno riposte nella scatola e il buffo portacandele, a forma di pupazzo di neve, è costretto a vedere il buio del ripostiglio per altri 11 mesi.